A pochi chilometri dalla costa della Penisola del Sinis si trova l’Isola di Mal di Ventre, un piccolo gioiello di natura incontaminata.
Il nome deriva probabilmente dall’errata traduzione dal sardo Malu Entu che significa “cattivo vento”, in riferimento al maestrale che soffia forte su questa parte di costa.
Le sue acque trasparenti e la sabbia bianchissima incantano tutti coloro che si avventurano alla scoperta di questa area tutelata per le sue caratteristiche geologiche e naturalistiche che la rendono un habitat unico e speciale. Per questi motivi, l’isola fa parte dell’Area Marina protetta Penisola del Sinis-Isola di Mal di Ventre.
Dal punto di vista geologico, si differenzia nettamente dalla costa perché è uno dei pochissimi affioramenti, presenti nel settore occidentale della Sardegna, del basamento granitico che costituisce l’ossatura del blocco sardo-corso. Camminare sull’isola di Mal di Ventre vuol dire posare i piedi sulla roccia più antica della Sardegna, risalente a circa 300 milioni di anni fa.
Anche se non tutti i geologi concordano, si pensa che proprio dal lento sgretolarsi di questo affioramento si siano generate le particolari sabbie delle spiagge di Maimoni, Is Arutas e Mari Ermi che si trovano nel territorio di Cabras.
Questo piccolo tavolato granitico di circa 80 ettari è ricco di specie animali e vegetali che lo rendono ancora più prezioso.
La vegetazione è composta prevalentemente da piante tipiche della macchia mediterranea bassa come il lentischio, la palma nana, il cisto, il rosmarino, la fillirea e da specie endemiche come lo zafferano minore (Crocus minimus), lo zafferanetto di Requien (Romulea requienii ), la pratolina spatolata (Bellium bellidioides) e la margherita piccolissima (Nananthea perpusilla) che è presente solo negli isolotti attorno alla Sardegna e alla Corsica. Una specie particolare di aglio cresce poi copiosa sui bordi sabbiosi e rocciosi colorando, con la sua fioritura violacea, i contorni dell’isola.
Gli unici abitanti capaci di adattarsi alla vita sull’isola sono conigli selvatici e tartarughe.
L’isola di Mal di Ventre e il vicino Scoglio del Catalano ospitano, inoltre, una ricca avifauna composta da cormorani, gabbiani, marangoni dal ciuffo, falchi della regina e alcune particolari specie pelagiche come l’uccello delle tempeste e la berta minore che prediligono luoghi isolati per nidificare.
Anche l’ambiente sottomarino riserva sorprese tutte da scoprire.
Sul fondale circostante giacciono alcuni relitti di navi di diverse epoche storiche, naufragate, probabilmente, proprio a causa di quel “malu ‘entu” che dà il nome all’isola.
Di particolare rilevanza dal punto di vista archeologico, è il relitto di età romana ritrovato con un carico di circa 1000 lingotti di piombo, ora in parte esposti al Museo Civico di Cabras insieme ad anfore, ceramiche da cucina e altre attrezzature di bordo.
Un altro relitto che, con condizioni meteo favorevoli, è possibile osservare direttamente dalla barca, durante la traversata verso l’isola, è il mercantile cagliaritano Joyce affondato nel 1973 con tutto il suo carico, tra cui un elevato numero di sanitari.
Ed è così che, insieme alle fitte praterie di Posidonia oceanica, i resti di queste imbarcazioni sono diventati habitat ideali per numerose specie marine quali gronchi, murene, scorfani, ricciole, saraghi e barracuda che, insieme a coralli, madrepore, spugne e spirografi fanno dell’isola un imperdibile meta per chi pratica snorkeling e diving.
E pare che un tempo anche la foca monaca frequentasse questi luoghi.
I relitti sommersi non sono le uniche tracce di frequentazione umana presenti a Mal di Ventre. L’isola, infatti, è stata frequentata fin dal neolitico come dimostrano le numerose evidenze archeologiche facilmente individuabili se, abbandonato il punto di approdo, si decide di fare un’escursione a piedi intorno all’isola.
Sono stati ritrovati frammenti di ossidiana risalenti al periodo più antico, un nuraghe bilobato, i resti di una villa di età romana mentre al centro dell’isola, nel punto più elevato, spicca il piccolo faro di recente costruzione.
Tutt’intorno, l’isola è un susseguirsi di calette sabbiose e rocciose che vale la pena visitare come Cala Valdaro e Cala dei Pastori chiamata così perché, si racconta, alcuni pastori usavano spostare qui le proprie greggi durante l’inverno per l’abbondanza di ottime erbe da brucare.
L’isola di Mal di Ventre è una meta obbligata per chi capita in questa parte di Sardegna perché è un luogo raro dove è possibile riscoprire il contatto sincero con un ambiente non condizionato dall’interferenza umana.
E quando, terminata l’estate, il flusso di visitatori diminuisce, la natura torna a scandire indisturbata i suoi ritmi, conservandosi autentica e intatta nonostante lo scorrere del tempo.
© Viviana Casu